Spettacoli

THE KITCHEN THEORY

HangartFest

08 Settembre 2019

Chiesa di Santa Maria Maddalena

- Posto unico €12 Ridotto €10 Speciale €8

theKITCHENtheory
prima regionale, durata 53′

DaCru Dance Company (Italia)

Coreografia Marisa Ragazzo (Italia) e Omid Ighani (Iran)
Concept e regia Marisa Ragazzo

Interpreti Omid Ighani, Samar Khorwash, Alessandro Marconcini, Serena Stefani, Claudia Taloni, Tiziano Vecchi
Disegno luci Giuseppe Filipponio
Musiche Swod, Maya Beiser, Loscil, René Aubry, Hazmat Modine, Woven Hand
Editing musiche Omid Ighani, Marisa Ragazzo e Samar Khorwash
Organizzazione Alessandra Pagni
Con il sostegno di Centro Danza Canal / Teatros del Canal Madrid e Compagnia Naturalis Labor
In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Madrid
Foto Alessandro Botticelli

Stanza [KITCHEN] – metafora – vita
Il primo luogo da raggiungere al mattino e l’ultimo da visitare prima di andare a dormire. Una zona di transito vivace o solitaria, ma sempre e comunque piena di odori, ricordi, sensazioni, attese e infiniti stati sospesi.
Dura tutta la vita questa relazione densa e profumata fatta di rumori fluidi e familiari, di spazi imparati a memoria e, su ogni cosa, potenti come sovrane, regnano le parole. La stanza delle parole, escono dalla bocca come dervisci rotanti, capaci di schivare, sfiorando dolcemente o conficcarsi come lame. Restano lì sospese per anni, quasi diventano un’eredità, aleggiano in ogni pertugio e sovente sono le memorie delle famiglie. La cucina è l’area prescelta per affondare i denti e i sensi in preziosi nutrimenti ma soprattutto è lo spazio dove si parla. Parole. Parole. Un fiume in piena, ognuna diversa dall’altra, lunghe ed elastiche come alghe o rigide e appuntite, s’impossessano della bocca per urlare l’incomprensione o la denuncia della solitudine, o parlare dell’amore. Numerose come chicchi di riso, necessarie tutte per dire in mille modi la stessa cosa e troppo poche per riuscirci. E se poi si riesce nell’improbabile impresa, se si trovano le parole opportune, le più efficaci, le più belle, c’è qualcuno che le ascolta?