COMPAGNIA DEL TEATRO DEL BIANCONIGLIO di EBOLI (Salerno)
Chi sono i “settàneme”? Sono spiriti vaganti chiamati a raccontare la loro storia. Parti recitate in cilentano antico si alternano a segmenti musicali. I protagonisti propongono una recitazione a tinte forti, su uno sfondo da inferno dantesco. Mistero e magia, oscurità e brividi con lampi di luce nella notte del tempo. Una recitazione che giunge diritta al cuore parlando il linguaggio universale dell’emozione. Eccoli alcuni spiriti vaganti, i “settàneme”: Un sacerdote che viene preso dal diavolo in persona sul suo cocchio nero. Un’adolescente murata viva dai fratelli, nel tardo medioevo, perché colpevole di essersi innamorata di un giovane del paese. Angela Russi, condannata al rogo nel ‘500 per stregoneria. “A strangulatora” che aiutava a trapassare i malati terminali dando loro una sorta di eutanasia. Nicolò De Troiano, un avvocato che venne accoltellato perché difendeva i contadini contro i baroni. Vera protagonista, però, è la Morte che, a cornice, apre e chiude la storia con una ri essione sull’idea di Giustizia.