Spettacoli

FATHER AND SON

Teatro

08 Novembre 2015

Teatro Rossini

- Posto unico settore A €27 Ridotto over65 €24 under29 €21 under21 €17, Posto unico settore B €24 Ridotto under29 €19 under21 €15, Posto unico settore C €20 Ridotto under29 €17 under21 €14, Posto unico settore D €16 Ridotto under29 €12, Posto unico settore E €10, Loggione €7,50

(ispirato a “Gli Sdraiati” e “Breviario comico”) di Michele Serra

con Claudio Bisio

e con i musicisti
Laura Masotto violino
Marco Bianchi chitarra
regia Giorgio Gallione

scene e costumi Guido Fiorato
musiche Paolo Silvestri

luci Aldo Mantovani
produzione Teatro dell’Archivolto

“Father and son” racconta il rapporto padre/figlio radiografato senza pudori e con un linguaggio in continua oscillazione tra l’ironico e il doloroso, tra il comico e il tragico. E’ una riflessione sul nostro tempo inceppato e sul futuro dei nostri figli, sui concetti – entrambi consumatissimi – di libertà e di autorità, che rivela in filigrana una società spaesata e in metamorfosi, ridicola e zoppa, verbosa e inadeguata. Una società di “dopo-padri”, educatori inconcludenti e nevrotici, e di figli che preferiscono nascondersi nelle proprie felpe, sprofondare nei propri divani, circondati e protetti dalle loro protesi tecnologiche, rifiutando o disprezzando il confronto. Da questa assenza di rapporto nasce un racconto beffardo e tenerissimo, un monologo interiore (ovviamente del padre, verboso e invadente quanto il figlio è muto e assente) a tratti spudoratamente sincero. La forza satirica di Serra si alterna a momenti lirici e struggenti, con la musica in continuo dialogo con le parole. La società dalla quale i ragazzi si defilano è disegnata con spietatezza e cinismo: ogni volta che la evoca, il padre si rende conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga.
E’ una società ritorta su se stessa, ormai quasi deforme, dove si organizza il primo Raduno Nazionale degli Evasori Fiscali, si medita di sostituire al Porcellum il ben più efferato Sputum, dove non è chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di non cedere il passo ai giovani o se i giovani si sdraiano perché è più confortevole che i vecchi provvedano a loro.
In “Father and son” inventiva sfrenata, comicità, brutalità, moralità sono gli ingredienti di un irresistibile soliloquio che permettono a Claudio Bisio, al suo attesissimo ritorno sulla scena, di confrontarsi con un testo di grande forza emotiva e teatrale, comica ed etica al tempo stesso.

“Annoto con zelo scientifico, e nessun ricamo letterario: sei sdraiato sul divano, immerso in un accrocco spiegazzato di cuscini e briciole, il computer acceso appoggiato sulla pancia. Con la mano destra digiti qualcosa sull’I-Phone. La sinistra regge con due dita un lacero testo di chimica. Tra lo schienale e i cuscini vedo l’avanzo di uno dei tuoi alimenti preferiti: un wurstel crudo. La televisione è accesa, a volume altissimo, su una serie americana nella quale due fratelli obesi, con un lessico rudimentale, spiegano come si bonifica una villetta dai ratti. Alle orecchie hai le cuffiette collegate all’iPod: è possibile, dunque, che tu stia anche ascoltando musica. Non essendo quadrumane, purtroppo non sei ancora in grado di utilizzare i piedi per altre connessioni; ma si capisce che le tue enormi estremità, abbandonate sul bracciolo, sono un evidente banco di prova per un tuo coetaneo californiano che troverà il modo di trasformare i tuoi alluci in antenne, diventando lui miliardario, e tu uno dei suoi milioni di cavie solventi… Ti guardo, stupefatto. Tu mi guardi, stupefatto della mia stupefazione, e commenti: “E’ l’evoluzione della specie”. Penso che tu abbia ragione. Ma di quale specie, al momento, non ci è dato sapere.”

da “Father and son” di Michele Serra

PADRE
Non è il momento di fare cambiamenti,
rilassati, prenditela comoda.
Sei ancora giovane,
hai ancora così tanto da conoscere.
Trovati una ragazza, sistemati.
Guarda me, sono vecchio, però sono felice.
Un tempo ero come sei tu ora,
e so che non è facile stare calmo
quando trovi qualcosa per cui valga la pena di andare.
Ma prenditi il tuo tempo, pensa a tutto quel che hai.
Domani tu sarai ancora qui, ma i tuoi sogni potrebbero non esserci.

FIGLIO
Come posso provare a spiegargli?
Quando lo faccio, lui si gira dall’altra parte.
E’ sempre la solita vecchia storia:
da quando ho potuto parlare, mi è stato ordinato di ascoltare.
Ma ora vedo la mia via, e so che devo andare.
Ho pianto tante volte, nascondendo tutto ciò che avevo dentro.
Il problema è che tu non mi conosci.
Ma ora c’è una nuova via
e io so che devo andare.

da “Father and son” di Cat Stevens

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