BELLA ADDORMENTATA
Danza- Settore A €27 Ridotto €21, Settore B €24 Ridotto €18, Settore C €20 Ridotto €14, Settore D €16 Ridotto €12, Settore E €10, Loggione €7,50
NUOVO BALLETTO
DI TOSCANA
BELLA
ADDORMENTATA
+ masterclass gratuita
musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
produzione per sedici danzatori
drammaturgia e coreografia Diego Tortelli
luci Carlo Cerri
costumi Santi Rinciari
direttore artistico Nuovo Balletto di Toscana
Cristina Bozzolini
RISVEGLIARE L’ISPIRAZIONE
Silvia Poletti
Bella Addormentata (senza l’articolo determinativo presente invece nel titolo dell’originale), è il nuovo spettacolo a serata con cui il Nuovo Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini continua il suo progetto artistico che unisce la volontà di far sperimentare i processi creativi e di lavoro a giovani danzatori debuttanti nel professionismo (gli interpreti infatti sono tutti alla conclusione del percorso formativo nella Scuola del BallettO di ToscanA) con la proposta di nuove creazioni coreografiche. Ma soprattutto è una delle produzioni di questa nuova stagione di danza su cui si sono appuntate subito le curiosità maggiori, visto che la sfida della rilettura di un classico del teatro coreografico nella dimensione di una compagnia fatta di giovanissimi impone immediatamente al coreografo l ‘obbligo di pensarla come una creazione fatta su misura, ma allo stesso tempo esige una nobiltà e ragion d’essere assolute, che confermino la sua caratura di creatore. Era già capitato con le produzioni ‘a serata’ di Coppelia, Giselle e Romeo e Giulietta – firmate per il BdT Junior da altrettanti nomi forti della coreografia nazionale: Fabrizio Monteverde, Eugenio Scigliano e Davide Bombana. Ma in questo nuovo caso si è voluto fare un passo ulteriore, affidando ad un talento emergente, il neotrentenne Diego Tortelli, il cimento di confrontarsi con un titolo che oltre al mito fiabesco (e le sue letture psicanalitiche: Bettelheim docet) è un colosso musicale e ballettistico. Non a caso è stato definito da Rudolf Nureyev ‘il balletto dei balletti’, ovvero la summa perfetta di cento anni di danza accademica, perfezionata dal genio di Marius Petipa il quale qui trovava nell’ opulenza sinfonica della musica di Čajkovskij perfetta rispondenza alla sua visione del balletto, insieme fantastica e aristocratica. Nel nostro tempo, grazie anche alla poderosa ondata ‘revisionistica’ dei titoli del repertorio iniziata a fine anni Settanta, La Bella Addormentata ha subìto destino simile ad altri classici. Ma a differenza di quelli, le cui riletture moderne sono a loro volta entrate nel repertorio coreografico mondiale, La Bella Addormentata è sembrata più refrattaria a cedere spazio e gloria alle riedizioni contemporanee: di fatto solo la drammatica e sconvolgente versione dello svedese Mats Ek, datata 1996 (con Aurora tossicomane) e in parte quella nerogotica e fantasy di Matthew Bourne (2012) sembrano aver segnato due momenti rilevantissimi nella storia dei remakes.
Con saggezza, evitando il rischio di emulazioni possibili, Diego Tortelli ha scelto una strada inesplorata. È partito da sé stesso, e dal quesito fondamentale: cosa, chi rappresenta oggi quella Bella addormentata? E da artista che sta iniziando il proprio percorso creativo e sta cercando delle risposte alle sue intime esigenze ha trovato proprio nell’apparente calembour del titolo l’attesa chiave di lettura. Perché a essere immersa in un sonno è proprio la Bellezza, tout court. Quella anelata, immaginata, desiderata dal protagonista – un giovane poeta – che si sente a disagio nella quotidianità e cerca altrove lo stimolo alla creatività. Tema ben noto anche al teatro di danza, questo, con il suo anelito al mondo perfetto che contrasta con l’imperfezione della realtà. E l’ideale, si sa, può avere un fascino irresistibile, ma anche pericolosamente perturbante perché la sua perfezione assoluta nasconde in sé un’ambiguità mostruosa (inteso nel suo primo senso di prodigiosa): la sua è infatti una Bellezza Medusea perché seduce e attrae nella sua inerzia languorosa, nell’erotica reverie in cui promette eterne estasi -salvo poi, in realtà, distruggere le speranze nella disillusione e nel rimpianto. Ecco allora perché al titolo della creazione di Tortelli sparisce l’articolo. Ed ecco perché questa Bella ideale che langue nello spirito dell’artista – piegato da una quotidianità fatta di relazioni esigenti, inadeguatezze, delusioni, smarrimenti – fluttua in un opalescente biancore, ammalia il poeta, gli regala emozioni e passione che possono finalmente infuocare i versi che va cercando. Se anche i colori dei costumi e degli oggetti – calibrati con senso espressivo dal bianco al rosso- esplicitano le idee drammaturgiche di Tortelli, è la partitura musicale che sostiene e dà un perfetto sostrato emozionale alla nuova storia e alla danza immaginata dal nuovo autore. Nella nuova drammaturgia musicale spiccano infatti quelle pagine della partitura ciaikovskiana più chiaramente ispirate dall’idea del ‘fantastico’ – tra cui le parti del Gran Pas delle Fate e tutta la lirica Scena del Sogno, con l’incantevole pagina per violino che qui diventa un assolo per il poeta alle prese con i suoi turbamenti. La danza di Tortelli – estremamente esigente nelle sua architetture, a tratti quasi strutturalista – racconta a filo di emozione ma non abdica mai al senso dinamico del movimento, alle linee raffinate e alla ricerca di legati e sequenze in cui la virtuosistica versatilità dei suoi giovani interpreti è capace di declinare i diversi vocabolari fisici sintetizzati nell’articolato flusso della coreografia, ora guizzante ed energetica, ora suadente e sensuale. La fusione tra la nuova idea autoriale e l’antica musica ci invita così a affidarci a nuove inattese visioni, a scoprire la perfetta adattabilità dell’aristocratica ispirazione ciaikovskiana a un linguaggio coreografico che ha tutte le tensioni e le sintesi espressive della contemporaneità. E mentre seguiamo il poeta nel suo percorso interiore alla ricerca di una risposta che finalmente ne plachi l’inquietudine, ci lasciamo andare all’onda avvolgente della favola e delle soluzioni che, in fondo, anche noi nella nostra vita vorremmo prima o poi trovare.
DIEGO TORTELLI
[17 gennaio 1987, Brescia]
Ha studiato danza alla Accademia Nazionale di Danza di Roma e al Teatro alla Scala di Milano per poi approfondire la danza contemporanea e la improvvisazione allo Studio Harmonic di Parigi e a Milano con Selene Manzoni. Dopo alcune produzioni al Teatro alla Scala di Milano e con la compagnia di Susanna Beltrami/DANCEHAUS ha svolto la sua attività dal 2006 al 2009 a Valencia al ballet de teatres con coreografi quali Ramòn Oller, Nacho Duato, Jirì Kyliàn, Ohad Naharin e poi dal 2009 al 2011 a Chicago presso il Luna Negra Dance Theatre diretto da Gustavo Ramirez Sansano e dal 2011 al 2014 al Ballet National di Marsiglia diretto da Frèdèric Flamand. Ha creato Recapitulo per il Museum of Contemporary Art di Chicago. Nel 2011 ha riproposto a Ginevra per il Ballet Junior Flabergast di Ramirez Sansano e ha creato On the rose per Debora Gismondi, ètoile del Teatro alla Scala. Ha vinto il primo premio alla competizione coreografica di Burgos con Descamino de dos, poi entrato nel repertorio della Compaña e della compagnia olandese Introdans. Nel 2015 ha lasciato il Ballet National de Marseille per iniziare come freelancer, e da allora ha lavorato con Frederic Flamand per ricreare la versione contemporanea dell’Opera Orphee e Eurydice per il Teatro Massimo dove è stato assunto anche come guest Maître du ballet, dopo l’esperienza a Palermo, si sposta a Monaco di Baviera con il Bavarian State Ballet come assistente del coreografo Richard Siegal per ricreare Metric Dozen, pezzo ballato da lui la stagione passata a Marsiglia, inoltre è guest performer con il Bavarian State Ballet per la Ruthtriennal in Munich. Negli ultimi due anni ha creato diversi lavori in Italia e all’estero tra cui: Vox Multitudinis per la compagnia del Teatro Massimo di Palermo e Vitreae Vultus per il festival internazionale di danza Milano Oltre con i danzatori di Dancehaus diretto da Susanna Beltrami. Nel 2017 su invito di Cristina Bozzolini crea per il Nuovo Balletto di Toscana Bella Addorm