ATERBALLETTO – OVER DANCE
danza23.24- settore A €27 over65\under29 €22 under19 €17- settore B €24 over65\under29 €19 under19 €14- settore C €20 over65\under29 €15 under19 €12- settore D €16 over65\under29 €13 under19 €10- loggione €8
produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
Centro Coreografico Nazionale (Reggio Emilia)
sostenitore e partner scientifico Fondazione Ravasi Garzanti (Milano)
coproduzione Ballet Preljocaj (Aix-en-Provence), Chaillot – Théâtre national de la Danse (Parigi) Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale (Modena), Festival Aperto /
Fondazione I Teatri (Reggio Emilia), Centro Servizi Culturali Santa Chiara (Trento) in partnership con Comune di Reggio Emilia e Farmacie Comunali Riunite
con il sostegno di Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana
di sostegno alla creazione contemporanea e Institut français
spettacolo nominato al Fedora – Van Cleef & Arpels Dance Prize 2022 co-finanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea
Due coreografi affermati, ciascuno con una cifra precisa, affrontano in una creazione per la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto – Centro Coreografico Nazionale di Reggio Emilia alcuni temi di straordinario interesse, non solo artistico. Le trasformazioni del corpo con l’età, i concetti stessi di bellezza e virtuosismo, l’autorappresentazione da parte di ciascuno di noi della propria età.
L’invecchiamento non è un problema per l’attore, lo scrittore o per l’artista visivo, al contrario, spesso vediamo arricchirsi le tavolozze espressive. Ma nella danza, che è linguaggio artistico e universale, saremo forse ancorati (e limitati) dalla stessa concezione di performatività dello sport?
Più in generale, il corpo che si trasforma con gli anni è un tema centrale nella nostra società e nella sensibilità di ciascuno di noi. La danza permette di approfondire una ricerca in primo luogo artistica. Angelin Preljocaj, il coreografo della bellezza visiva e dell’intensità narrativa, non è alla ricerca soltanto di ex danzatori. Sono anche le persone che gli interessano per questo progetto, capaci di raccontare e creare un movimento nuovo e intenso.
Rachid Ouramdane cerca incessantemente nuove sfumature espressive e sperimenta i confini del corpo umano, arrivando fino al circo. In quest’occasione il suo interesse si è naturalmente orientato al music-hall, uno spazio straordinario per la danza popolare e colta, e anche una dimensione sociale.
Per Angelin Preljocaj come per Rachid Ouramdane è importante far reagire questa materia affascinante, fatta di corpi e di storie fisiche diverse, per questionare profondamente i canoni di bellezza e di virtuosismo. Interpreti (danzatori e non danzatori) “senior”: ecco il cuore artistico di un ampio progetto che affronta un tema partendo dal punto di vista della danza. Alla proposta di creare oltre confini certi, i due coreografi hanno risposto con la generosità, la curiosità e l’energia intellettuale che è loro propria. Diversamente da altre importanti esperienze, che hanno voluto prolungare la carriera a nuclei di danzatori, in questo progetto l’obiettivo è poetico, e cristallizza domande davvero universali. Quella centrale ci viene suggerita proprio da Preljocaj: qual è l’età di un corpo?
Lo spettacolo rappresenta una coproduzione internazionale e si apre alla dimensione della ricerca, dei laboratori e degli incontri dedicati al tema, grazie al partner scientifico che ci accompagna, la Fondazione Ravasi Garzanti di Milano.
Gigi Cristoforetti Direttore Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto Centro Coreografico Nazionale (Reggio Emilia)
UN JOUR NOUVEAU
danzatori Darryl E. Woods e Herma Vos
coreografia Rachid Ouramdane
musica originale Jean-Baptiste Julien
additional music Sam Cooke (Everybody loves to Cha Cha Cha) Stephen Sondheim (testo da Send in the Clowns)
luci Stéphane Graillot
assistente alla coreografia Mayalen Otondo (durata 15 minuti)
Non c’è danza senza corpo e non c’è corpo che non invecchi. L’invecchiamento del corpo è spesso percepito come una regressione, eppure molti danzatori si sono reinventati invecchiando. Ad esempio, il butō di Kazuo Ohno ci ricorda che invecchiare non significa necessariamente arrendersi o indebolirsi fisicamente. Non sembra una fine ma piuttosto un inizio, come un’eco di una canzone di Etienne Daho, Le premier jour du reste de ta vie, che evoca il passare del tempo e l’inizio delle cose. Questo antagonismo l’ho percepito nel mio incontro con Herma Vos e Darryl E. Woods, che hanno già una lunga carriera artistica. Parlare con loro, vederli danzare, ha evocato molte capacità di resilienza di fronte agli eventi della vita. Sorprendentemente, mentre stavamo lavorando a un pezzo che sonda lo scorrere del tempo, mi hanno suggerito di sospenderlo. Rachid Ouramdane
RACHID OURAMDANE
Nasce a Nîmes nel 1971. All’età di dodici anni, ha scoperto la danza attraverso l’hip-hop. Si impegna in questo stile, che era in pieno sviluppo negli anni ’80 e ’90 e che era radicato nella cultura dei quartieri residenziali ed era un veicolo di emancipazione fisica e politica. Ha anche seguito corsi intensivi di danza classica e moderna. All’inizio degli anni ’90, abbandona gli studi di biologia per dedicarsi alla danza e si unisce al Centre national de la danse contemporaine di Angers. Come performer e coreografo, ha collaborato con Meg Stuart, Odile Duboc, Hervé Robbe, Alain Buffard, Christian Rizzo, Julie Nioche ed Emmanuelle Huynh. Le creazioni di Rachid Ouramdane sono spesso segnate dal sigillo della testimonianza e dell’esperienza intima (bambini rifugiati, vittime di torture o disastri naturali, atleti dilettanti, ecc.) da cui tesse una coreografia strutturata. Rachid Ouramdane collabora con artisti circensi (Collectif XY), drammaturghi (Pascal Rambert, Sonia Chiambretto, ecc.), artisti visivi (Nicolas Floch’ e Mehdi Medacci) e musicisti (Jean-Baptiste Julien e Alexandre Meyer), sia per le proprie creazioni che per lavori su commissione o workshop. Con un progetto ambizioso basato sulla diversità e l’ospitalità, è direttore di Chaillot – Théâtre national de la Danse dall’aprile 2021. Continuando in questo spirito di apertura al mondo e all’incrocio di discipline, ha scelto come artisti associati personalità diverse come Giselle Vienne, Nacera Belaza, Aurélie Charon, Fanny de Chaillé, Dorothée Munyaneza, il Collectif XY, François Chaignaud, Faustin Linyekula e Kery James.
BIRTHDAY PARTY
danzatori Mario Barzaghi, Sabina Cesaroni, Patricia Dedieu Roberto Maria Macchi, Elli Medeiros, Thierry Parmentier Marie-Thérèse Priou, Bruce Taylor
coreografia Angelin Preljocaj
musica 79D
additional music Anton Bruckner, Józef Plawiński, Paul Williams Lee Hazlewood, Johann-Sebastian Bach, Maxime Loaëc
Craig Armstrong, Stinky Toys
luci Eric Soyer
costumi Eleonora Peronetti
assistenti alla coreografia Claudia De Smet, Macha Daudel
(durata 50 minuti)
Ogni anno, in un giorno fisso, il nostro compleanno aggiunge un’unità al conto della nostra esistenza.
Ma qual è l’età di un corpo? Si tratta dell’età biologica o di quella legata alla pratica della sua attività? È l’età che gli altri gli attribuiscono o quella che l’essere in questo corpo sente?
Volevo condividere questa domanda con persone che hanno avuto il privilegio, e in un certo senso la possibilità, di attraversare diverse età della vita.
In questo progetto gli interpreti, di età compresa tra i 67 e gli 80 anni, cercano di rispondere, e potrebbero ben riecheggiare la frase di Spinoza “l’anima è un pensiero del corpo”.
Che pensiero generano questi corpi? Come possono allontanarci da idee preconcette, come possiamo sviluppare una scrittura coreografica specifica e cercare così di avvicinarci ai limiti di questi corpi che invecchiano?… ma soprattutto divertendosi con loro, come a una festa di compleanno che prende la forma di un esorcismo che ci porta negli interstizi del tempo di una vita umana. Angelin Preljocaj
ANGELIN PRELJOCAJ
Nasce nella regione di Parigi, in Francia, e ha iniziato a studiare balletto classico prima di passare alla danza contemporanea, che ha studiato con Karin Waehner, Zena Rommett, Merce Cunningham, e più tardi Viola Farber e Quentin Rouillier. Si è poi unito a Dominique Bagouet prima di fondare la propria compagnia nel dicembre 1984.
Dai suoi inizi, ha creato 55 opere coreografiche, che vanno dall’assolo a formazioni più grandi, tra cui Romeo e Giulietta, Biancaneve, Il lago dei cigni, balletti narrativi con pezzi più astratti come Empty moves, Still Life, Deleuze / Hendrix.
Il Ballet Preljocaj esegue circa 120 date all’anno in tournée, in Francia e all’estero.
Angelin Preljocaj collabora regolarmente con altri artisti in vari campi come la musica (Goran Vejvoda, Air, Laurent Garnier, Granular Synthesis, Karlheinz Stockhausen), le arti visive (Claude Lévêque, Subodh Gupta, Adel Abdessemed), design (Constance Guisset), moda (Jean Paul Gaultier, Azzedine Alaïa), disegno (Enki Bilal) e letteratura (Pascal Quignard, Laurent Mauvignier), e film d’animazione (Boris Labbé).
Le sue produzioni fanno ormai parte del repertorio di numerose compagnie, molte delle quali gli commissionano anche produzioni originali (New York City Ballet, Staatsoper Berlin, Paris Opera Ballet…). Ha anche diretto e collaborato a diversi film del suo lavoro coreografico. Angelin Preljocaj ha ricevuto numerosi premi, tra cui il “Benois de la danse” nel 1995, il “Bessie Award” nel 1997, “Les Victoires de la musique” nel 1997, il “Globe de Cristal” per Snow White nel 2009 e il “Samuel H. Scripps Price” nel 2014. Nell’aprile 2019 è stato nominato all’Accademia di Belle Arti nella nuova sezione “coreografia”.
Nel 2022 è stato invitato a creare una breve coreografia per un’applicazione per smartphone chiamata Danse l’Europe! che è un progetto partecipativo europeo, aperto a tutti, e permette a tutti di appropriarsi di una danza tramite audio-guida.