ATERBALLETTO
teatrOltre- Posto unico settore A €27 Ridotto €21, Posto unico settore B €24 Ridotto €18, Posto unico settore C €20 Ridotto €14, Posto unico settore D €16 Ridotto €12, Posto unico settore E €10, Loggione €7,50
Fondazione Nazionale della Danza
Aterballetto
direttore generale Giovanni Ottolini
direttore artistico Cristina Bozzolini
TEMPESTA/THE SPIRITS
coreografia Cristina Rizzo
musiche autori vari
interpreti sei danzatori
ideazione costumi Cristina Rizzo
consulenza sonora e mixage Spartaco Cortesi
luci Carlo Cerri
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto
E-INK [1999-2015]
uno spettacolo di mk riallestito per RIC.CI
da Aterballetto/direzione Cristina Bozzolini
coreografia, luci e costumi Michele Di Stefano
interpreti Damiano Artale, Philippe Kratz
musica Paolo Sinigaglia
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto/Francesca Messori
produzione 2015 mk, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Fabbrica Europa
riallestimento 2015 a cura di Biagio Caravano e Michele Di Stefano
nell’ambito del progetto RIC.CI / Reconstruction Italian Contemporary Choreography
Anni Ottanta-Novanta ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini
produzione 1999 mk/Festival Teatri 90/Ref.
UPPER-EAST-SIDE
coreografia Michele Di Stefano
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
interpreti nove danzatori
luci Carlo Cerri
+ masterclass gratuita
per gli allievi scuole di danza della città
Aterballetto è la principale compagnia di produzione e distribuzione di spettacoli di danza in Italia e la prima realtà stabile di balletto al di fuori delle Fondazioni liriche. Nata nel 1979 e formata da danzatori solisti in grado di affrontare tutti gli stili, la compagnia gode di ampi riconoscimenti anche in campo internazionale.
La fine è senza ricorso, qui ora invece preme un nuovo mondo, una nuova cittadinanza. La tempesta si è conclusa, possiamo archiviare l’oscuro terreno dell’usurpazione e l’illusione del dominio, a noi rimane la possibilità di una riconciliazione, di un luogo potente della relazione. Tempesta/The Spirits è un balletto a tre coppie che formano un gruppo, una specie di tribù che nel suo gioco coreografico articola una danza fatta di ingaggi subitanei, di abitazioni epidermiche e di corpi volatili agganciati in una continua e reciproca torsione di uno nell’altro.
E-ink nasce dalla curiosità per le modalità di trasmissione dei messaggi oracolari e divinatori che, pur essendo formalmente precisi, sono il prodotto di una destabilizzazione. Esatta ed ambigua ad un tempo, la loro comunicazione è organizzata sul momentaneo addomesticamento di ciò che per sua natura desidera essere continuamente riscritto, reinventato. Michele Di Stefano 1999
E-ink è un duetto interamente scritto, fin nel minimo dettaglio, a tal punto da risultare parossistico e maniacale nella sua abbondanza di segni, ognuno dei quali risponde ad una logica ritmica differente. Mentre ricostruivamo il lavoro per Aterballetto, a distanza di più di 15 anni, è stato soprattutto il corpo a ritrovare l’esattezza di quella scrittura, a rimettere in connessione tutti i particolari scollegati tra di loro per farli ridiventare organici nella loro misteriosa iconografia. Quel che abbiamo chiesto ai due nuovi interpreti è stato soprattutto una fiducia incondizionata nei confronti di questo sistema irriconoscibile, per produrre fisicamente un ritmo non necessariamente identico a quello originario ma capace di ricreare la stessa assoluta arbitraria autorevolezza di cui il lavoro è fatto. E la generosa arrendevolezza di questi nuovi corpi ha permesso il riaffiorare di una dinamica coreografica basata proprio sul contrasto tra precisione e spaesamento, basata cioè sullo stesso principio per il quale l’oracolo di Delfi si faceva tramite di una potenza indicibile e lo faceva producendo versi perfettamente cesellati. La danza è evidentemente anche una questione di linguaggio. In questo senso il progetto RIC.CI, che ha dato il via alla riapparizione della coreografia, offre la possibilità di rintracciare proprio nell’origine scritturale di un atto creativo uno dei presupposti fondamentali della sua intraducibilità.
Michele Di Stefano 2015
La matematica della “frase” coreografica, la sua collocazione all’interno di un sistema, la sua riproducibilità nel tempo e le conseguenze che essa produce sono il punto di partenza di Upper-east-side. Dalla grammatica alla geografia, l’informazione viaggia per creare un impatto linguistico nello spazio, in un continuo desiderio di scambio, per far vivere la danza come una condizione ambientale, esplorativa. Che cosa rende abitabile un luogo? L’architettura che lo contiene o la dinamica dei suoi attraversamenti? Un corpo che danza lo fa veramente quando permette ad un’altra danza di esistergli accanto.