THE BAREFOOT DIVA
coreografia Nicolas Huchard
danzatrici Elodie Antonio, Leila Miretti, Stéphie Téhoué, Mayvis William
coach Serge Tsakap
disegno luci Marine Stroeher tecnico luci Flora Lastouillat
proiezioni Dani Olivier
produzione Clementine Dagousset
produzione internazionale Dirk Korell
produzione Compagnie Nicolas Huchard
produzione esecutiva Camin Aktion
co-produzione Initiative d’Artistes en Danses Urbaines
con il supporto di Ville de Bagneux
prima nazionale
opening act
HÀ-BI-TUS
coreografia Alessandra Ruggeri
con Kyda Pozza e Anya Pozza
produzione esecutiva Equilibrio Dinamico
THE BAREFOOT DIVA
È la storia di un colpo di fulmine. Tutto è iniziato nel 2018 in seguito a un’audizione per uno spettacolo temporaneo
del Next Urban Legend Festival. Lì il coreografo Nicolas Huchard ha incontrato delle donne nere unite, nella lotta e
nella fede, nel potere della danza e che condividevano, nelle loro differenze, l’esperienza della condizione sociale. E
se ne è innamorato.
Quattro dive che nella sua creazione celebrano le donne nella loro individualità e nella loro pluralità. La diva danza
all’incrocio tra la cultura africana e quella europea, per trasformare i codici, per trovare forza, per svilupparsi, per
reinventarsi. Ed è contagiosa.
L’alba giunge dolcemente; tutto sembra purificato da ciò che potrebbe essere accaduto il giorno prima. È con questo
senso di rinnovamento che le dive si alzano e si posizionano al centro della scena. L’essenza di ognuna di queste
interpreti si diffonde; le dive sono animate e legate dalla stessa energia, dallo stesso dovere.
La loro forza innata e affascinante è l’oggetto della loro lotta incessante. Grazie alla loro energia collettiva, questa
forza cresce in modo che ciascuna delle dive possa finalmente affermarsi e rivelarsi. Il dovere di queste donne diventa
un’emergenza. Urgenza di essere ascoltate. Urgenza di essere sotto i riflettori. Devono risvegliare le coscienze
all’alba. È tempo che questo mattino, magico e pieno di speranza, porti la sua saggezza, pace e armonia.
Nicolas Huchard
Nicolas Huchard balla da tutta la vita. Aveva solo sei anni quando creò la sua prima coreografia. In carriera ha ballato
per i più grandi del mondo: Jean Paul Gaultier, Marion Motin, Madonna, Maurice Béjart. Ha lavorato con Christine and
the Queens e con le musiciste Angèle, Suzane e Aya Nakamura.
Ogni collaborazione è un’esplorazione dei confini, tra morbidezza e forza, tra femminile e maschile, tra continenti e
discipline. A Huchard piacciono le asperità, che creano unicità. Il lancio della sua compagnia nel 2018 incarna questa
esplorazione, i suoi valori e le sue lotte. È un terreno politico in cui la danza inscrive l’attivismo nei corpi: è danza
sociale.
HÀ-BI-TUS
Quante volte indossiamo panni che non sono i nostri? Quante volte noi mettiamo addosso agli altri panni che ci
appartengono?
Ereditiamo modi di agire, idee, abitudini di cui non siamo neppure consapevoli e li vestiamo come fossero la nostra
pelle. Spesso ci stanno stretti, ci costringono e non capiamo perché eppure continuiamo a portarli. Senza
accorgercene allo stesso tempo plasmiamo gli abiti degli altri.
“Abitare il nostro corpo” è il dono più intimo che possiamo concedere a noi stessi.
Non è un processo immediato e naturale, va costruito, imbastito, modellato proprio come un abito. Richiede a volte
di tagliare dei pezzi e aggiungerne altri, può piacere e avere l’approvazione o essere disprezzato.
Quando la forma è intimamente connessa al suo contenuto e il contenuto alla sua forma, si ha un’armonia perfetta.
Ma quanto abbiamo davvero il potere di scegliere?
