NOTTE MICHELA MURGIA, STAI ZITTA! + ACCABADORA
teatrOltremercoledì 8 maggio 2024
19:00
mercoledì 8 maggio 2024
20:30
mercoledì 8 maggio 2024
22:30
- Conversazione con Lorenzo Terenzi ingresso libero- Stai zitta! €10 Accabadora €10- ABBONAMENTO [2 spettacoli] €15
ore 19 | Sala della Repubblica _ Teatro Rossini
CONVERSAZIONE CON
LORENZO TERENZI
ore 20,30 | Teatro Sperimentale
STAI ZITTA!
ore 22,30 | Teatro Rossini
ACCABADORA
in collaborazione con Associazione Percorso Donna nell’ambito del Festival Percorsi 2024
STAI ZITTA!
dal libro di Michela Murgia
con Antonella Questa, Valentina Melis, Teresa Cinque
regia Marta Dalla Via
disegno luci Daniele Passeri
fonica Marco Oligeri, Francesco Menconi
costumi Martina Eschini
scene Alessandro Ratti
con la collaborazione di Alice Santini, Laura Forti, Federica Di Maria produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione LaQ-Prod e Teatro Carcano
con il sostegno di Fondazione Armunia
Scrive Murgia: “I tentativi di ammutinamento di una donna verificatisi sui media italiani negli ultimi anni sono numerosi. La pratica dello “stai zitta” non è solo maleducata, ma soprattutto sessista perché unilaterale. Che cosa c’è dietro questa frase? Per quale motivo tutti coloro che la ascoltano pensano si tratti di una reazione normale nella dialettica con persone di sesso femminile?”.
Questa, Melis, Cinque e Dalla Via hanno sempre avuto qualche difficoltà a stare zitte e lo dimostrano in questi anni i loro tanti spettacoli, video e libri, che affrontano, con ironia e intelligenza, tematiche sociali e anche femministe. Inevitabile quindi si incontrassero un giorno per dare vita a uno spettacolo comico e dissacrante su quanto la discriminazione di genere passi spesso proprio dal linguaggio.
Le “frasi che non vogliamo più sentirci dire!” contenute nel libro, offrono così l’occasione di raccontare la società contemporanea attraverso una carrellata di personaggi e di situazioni surreali.
Dal mansplaining all’uso indiscriminato del nome proprio per le donne, passando per la celebrazione della figura “mamma e moglie di”, Questa, Melis e Cinque, guidate dalla sapiente regia di Dalla Via, sapranno coinvolgere il pubblico nella lotta contro gli stereotipi di genere, annullando già di fatto, con questo spettacolo, quello secondo cui “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”!
ACCABADORA
dal romanzo di Michela Murgia edito da Giulio Einaudi Editore drammaturgia Carlotta Corradi con Anna Della Rosa
regia Veronica Cruciani
produzione Savà Produzioni Creative, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Accabadora uno dei più bei romanzi di Michela Murgia nonché uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni (vincitore del Premio Campiello 2010) è lo spettacolo di Veronica Cruciani interpretato da Anna Della Rosa.
Il testo teatrale è scritto da Carlotta Corradi su richiesta della regista che da subito ha pensato di farne un monologo partendo dal punto di vista di Maria, la figlia di Bonaria Urrai l’accabadora di Soreni. Michela Murgia racconta una storia ambientata in un paesino immaginario della Sardegna, dove Maria all’età di sei anni viene data a fill’e anima a Bonaria Urrai una sarta che vive sola e che all’occasione fa l’accabadora. La parola, di tradizione sarda, prende la radice dallo spagnolo acabar che significa finire, uccidere; Bonaria Urrai aiuta le persone in fin di vita a morire.
Maria cresce nell’ammirazione di questa nuova madre, più colta e più attenta della precedente, fino al
giorno in cui scopre la sua vera natura. È allora che fugge nel continente per cambiare vita e dimenticare il passato, ma pochi anni dopo torna sul letto di morte della Tzia.
L’accudimento finale è uno dei doveri dell’essere figlia d’anima, una forma di adozione concordata tra il genitore naturale e il genitore adottivo. La drammaturgia di Carlotta Corradi parte proprio dal ritorno di Maria sul letto di morte di Tzia Bonaria. C’è un tempo di separazione tra le due donne che pesa in questo incontro. La verità, la rabbia che la ragazza ancora prova per il tradimento subito dalla Tzia viene a galla prepotentemente, nonostante gli sforzi che Maria compie per galleggiare tra i migliori ricordi dell’infanzia accanto alla lunga gonna nera della Tzia.