residenza di allestimento
coreografo Dovydas Strimaitis
danzatori Benoit Couchot, Lucrezia Nardone, Hanna-May Porlon e Line Branchereau design luci e direttore tecnico Lisa M. Barry
compositore Julijona Biveinytė
design costumi da definire
produttore Alix Ruyant
produzione Still Waiting
coproduzione Théâtre de la Ville (Paris, FR), Festival New Baltic Dance (Vilnius, LT) AMAT (Marche Region, IT), Montpellier Danse (Montpellier, FR)
con il supporto di Tanzhaus Zürich (Zürich, CH), Compagnie Samuel Mathieu / Festival NeufNeuf (Toulouse, FR), SPEDIDAM société de perception et de distribution qui gère les droits des artistes-interprètes en matière d’enregistrement,
de diffusion et de réutilisation des prestations enregistrées
con il sostegno del patrocinio della Caisse des Dépôts
anteprima nazionale
Hairy è un balletto per quattro ballerini e i loro capelli.
CONTROLLO – AUTOCONTROLLO
I capelli sono una delle poche parti del corpo umano (accanto al seno femminile e ai genitali maschili) che non è possibile muovere volontariamente e direttamente. Mentre noi possiamo muovere le braccia o le gambe, e isolare questi movimenti dal resto del corpo, non possiamo fare lo stesso per i capelli. L’unico modo per creare un movimento dei capelli è muovere un’altra parte del corpo che attraverso ciò dà la spinta per trasmettere il movimento ai nostri capelli. Questo significa che non abbiamo nessun controllo sul non muovere i nostri capelli. La coreografia e la danza, d’altro canto, possono essere viste come un’arte di (auto)controllo fisico. L’abile padronanza dei movimenti del corpo è l’obiettivo di tutte le tecniche di danza. Ecco perché la coreografia dei capelli ha in sé una tensione drammatica intrinseca: solleva una domanda: come controllare l’incontrollabile. Questa tensione è il punto di partenza di Hairy.
CORPO – CONFINI – AUTONOMIA
Per la loro natura incontrollabile, i capelli possono essere visti quasi come un’entità separata dal nostro corpo, ma da esso dipendente. I capelli possono essere immaginati come un confine, un limite che ci separa e che ci connette a ciò che è fisicamente fuori di noi, a ciò che noi non siamo. Una coreografia fatta per capelli, quindi, rilancia questioni ideologiche legate alla nostra identità, al nostro corpo e alla sua autonomia. Dove e quando, come entità fisica, inizio e finisco? Come faccio a riconoscere questi confini? Questi confini corrispondono al mio inizio e alla mia fine emotivamente e socialmente? Quanto sono in controllo? Se c’è qualcosa che non posso controllare del mio corpo, questa fa ancora parte di me? Sono responsabile delle parti incontrollabili? Se non lo sono io, allora chi lo è? La coreografia per capelli mette in discussione anche la definizione di danza. È una forma d’arte destinata esclusivamente al movimento del corpo umano? Possiamo chiamare danza il movimento di oggetti inanimati? Una disposizione abituale di una danza sono i ballerini come soggetti e lo spazio come contesto. L’attenzione sui capelli, che non è ancora spazio, ma non è parte del corpo, inverte questa dicotomia. Ci permette di vedere lo spazio come soggetto e gli artisti come contesto di questo argomento.
IDENTITÀ
In generale i capelli agiscono come un forte tratto della personalità. Il nostro colore di capelli e il nostro stile sono qualcosa con cui tendiamo ad identificarci e a cui gli altri ci identificano. Come una persona con i capelli rossi, l’ho vissuto all’inizio come una maledizione a cui non potevo sfuggire e alla fine come un tratto di personalità che dovevo continuare ad usare. La maggior parte delle persone ha un rapporto molto personale con i propri capelli: i cambiamenti drastici sono molto rari e quando accade, di solito comportano un grande cambiamento nella vita e tende a rendere le persone molto emotive. I capelli come indicatore di identità sono molto evidenti se guardiamo a varie sottoculture. L’acconciatura, insieme alle mode e alle scelte musicali, sono uno dei principali elementi di identificazione visiva di una sottocultura. I capelli come identità sono visibili anche se guardiamo alla storia della danza. In tutta la tradizione della danza occidentale, i capelli sono sempre stati un chiaro segno di appartenenza alle intenzioni di un coreografo. Ad esempio, nelle opere di balletto classico, i capelli lunghi sono sempre raccolti in uno chignon. Isadora Duncan, invece, portava spesso i capelli sciolti – lei accoglieva ogni movimento umano, soprattutto quello che considerava naturale (indossava anche abiti larghi permettendo così al seno di muoversi, analogamente ai capelli, in conseguenza di altri movimenti). Credo che osservando il modo in cui un coreografo tratta i capelli dei ballerini, possiamo raccontare molto del loro approccio al corpo umano, dei loro metodi di lavoro e, in generale, della loro filosofia della danza.
SIMBOLISMO – LIBERAZIONE – SOGGIOGAZIONE
I lunghi capelli sciolti, che sono il fulcro centrale dell’opera, hanno un significato simbolico molto forte nella società occidentale. Spesso i capelli sciolti invocano qualche tipo di libertà, romanticismo, naturalezza o liberazione dalla tradizione o dall’oppressione. Tradizionalmente per le donne i capelli sciolti significavano giovinezza, disattenzione e verginità. A causa di questo legame, le donne con i capelli lunghi, se toccati, possono essere visti come simbolo di sensualità, sessualità, concupiscenza. A causa di queste connotazioni, i lunghi capelli sciolti vennero associati dalle femministe moderne alla sottomissione delle donne e alla loro oggettivazione. D’altra parte, i capelli lunghi sugli uomini, nei tempi moderni, sono arrivati a significare la liberazione dalle norme di genere eteronormative. Tutte queste connotazioni sociali arricchiscono il movimento dei capelli, conferendogli una profondità sociale e politica. Questa danza, tuttavia, non rappresenta o sostiene uno di questi punti di vista politici.
FORMALISMO – LIRISMO
Coreografo il pezzo seguendo una linea di pensiero formalista e minimalista. Ripetizione intensa di schemi semplici, ritmi chiari, movimenti complessi delle partiture e l’interazione tra le dimensioni spaziali e temporali (e semantiche) della danza sono gli strumenti che agiscono come uno sforzo per controllare il corpo, i capelli, e i suoi movimenti. Il movimento dei capelli ha inevitabilmente in sé un’essenza lirica e melodrammatica, che a sua volta comporta un’emotività esasperata e falsa. Tuttavia, il movimento dei capelli comporta molti movimenti della testa, per cui gli interpreti, anche se cercano di sfuggire ai lirismi attraverso la ripetizione formale, cadono in uno stato di vertigine, leggerezza e ebbrezza mentale, che li fa ricadere in un lirismo diverso, più profondo.
Il pezzo ha quindi tre strati e contrappunti di libertà e controllo. Innanzitutto, sfruttiamo la libertà di movimento dei capelli. In secondo luogo, questo movimento è vincolato dall’approccio formalista alla coreografia. In terzo luogo, i ballerini sono costretti a trovare una profonda libertà nonostante la coreografia restrittiva.