TEATRO AVALON
REGIA – Gerry Petrosino
AUTORE – Luigi Pirandello
CITTÀ – Battipaglia
PROVINCIA – SA
CATEGORIA SPETTACOLO – In Concorso
ANNUALITÀ – 2023
con GERRY PETROSINO – Lamberto Laudisi
GIULIA SIELO – Amalia
GERARDINA TESAURO – Dina
MICHELE BARBA – Cameriere
ILARIA SIELO – Sig.ra Sirelli
SIMONA DE VITA – Sig.ra Cini
GIUSEPPE DI PASCA – Sig. Sirelli
DOMENICO DI LASCIO – Agazzi
ASSUNTA MARINO – Sig.ra Frola
MATTIA BACCO – Commissario Centuri
EDUARDO DI LORENZO – Sig. Prefetto
ROSSELLA CIRIGLIANO – Sig.ra Ponza
Con l’amichevole partecipazione di CLAUDIO LARDO nel ruolo del Sig. Ponza
GERARDINA TESAURO – disegno costumi
GERRY PETROSINO- Scelte musicali
VINCENZO DI BIASE, ANTONIO DI LASCIO – audio e luci
ILARIA SIELO – aiuto regia
Nell’epoca delle fake news e della post verità niente può essere più attuale di un Pirandello che si rivolge allo spettatore dicendo: Così è se vi pare. L’allestimento proposto, rimane fedele non solo al testo ma anche all’atmosfera nella quale viveva l’autore siciliano quando scrisse la commedia: epoca fascista, che certo non amava le verità ambigue, ma vissuta nel momento dell’entusiasmo futurista generato dal suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti e che viveva di suggestioni e provava a trasformare la realtà convenzionale.
In ogni scelta fatta: dalle scenografie ai costumi, alle musiche, vi è un richiamo al movimento futurista o, comunque sia, ai movimenti artistici che anche prima della stesura del testo poterono influenzare Luigi Pirandello.
Nato in Italia in un periodo di trasformazione e grandi scoperte tecnologiche, il futurismo porta con sé l’idea stessa del cambiamento, del movimento e della velocità. Esso, dunque, è il fil rouge che accompagna lo spettatore dall’inizio alla fine dello spettacolo, ma in effetti, andando più a fondo è l’ARTE in tutte le sue espressioni che trova spazio in questa rappresentazione, nella quale quasi ogni personaggio richiama, in modo più o meno evidente, il dipinto di un artista del ‘900: da Klimt a Tamara De Lempicka, da Schiele a Guttuso a Gino Severini. I personaggi diventano, a tratti, essi stessi dei dipinti , rimanendo immobili in pose plastiche che li trasportano fuori dal corso degli eventi per poi trascinarli di nuovo dentro la vicenda in un susseguirsi di azioni e “fermo immagine” che contribuisce a rendere questa messa in scena quanto mai psichedelica.
Coerentemente con questa scelta stilistica anche il design dello spettacolo, la sua brochure, pone come protagonista un’illustrazione ispirata a Picasso, unico artista che non campeggia su nessun altro elemento scenico. Perché Picasso? Pirandello ci pone dinnanzi al dubbio filosofico, tipico delle sue opere: la visione plurale distorta della realtà. La donna misteriosa di cui tutti parlano, “La Signora Ponza”, non poteva che essere il soggetto dell’illustrazione; il cubismo che scompone in più pezzi la figura umana e ne distorce i contorni e le forme, è la sintesi visiva perfetta che chiude il cerchio stilistico di questa visione registica. Infine, il giallo che domina il fondo della composizione è un chiaro riferimento alla terra soleggiata siciliana, dove la storia si svolge. L’illustrazione è un dipinto originale realizzato appositamente per lo spettacolo da Salvatore Illeggittimo.
Non meno importante, poi, è il valore simbolico di elementi palesemente anacronistici, che stanno ad evidenziare, in modo ancora più marcato, la velocità di un tempo che scorre inesorabile; ciò vale sia per elementi concreti – come alcuni dettagli dei costumi – (vedremo, infatti, muoversi in scena un monopattino che in sé vorrebbe racchiudere l’idea stessa di futurismo, di movimento) sia per gli elementi impalpabili come le musiche. E proprio nell’uso dell’accompagnamento musicale, troviamo di nuovo la filosofia di tutta la commedia di Pirandello: la scelta di alternare una musica diegetica ad una extradiegetica, infatti, è dettata proprio dal desiderio di creare un’atmosfera straniante e sospesa tra ciò che è reale e ciò che non lo è…