Spettacoli

ENEIDE DI KRYPTON UN NUOVO CANTO

teatrOltre

25 Marzo 2015

Teatro Rossini

- posto unico numerato 10 euro- 8 euro ridotto valido fino a 29 anni, studenti, AMATo abbonato Card, soci Touring Club

Mercoledi 25 marzo alle ore 21:00 al Rossini di Pesaro, ritorna la rassegna TeatrOltre, con Eneide di Krypton, rappresentazione multimediale del poema epico diretto da Giancarlo Cauteruccio con le musiche originali dei Litfiba: uno spettacolo che trenta anni fa divenne un cult e generò una rivoluzione estetica, con un ruolo centrale nelle trasformazioni della ricerca teatrale. Oggi, questo pezzo di storia del teatro italiano ritrova la stimolante e importante collaborazione dei musicisti Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi e Francesco Magnelli che insieme ridanno vita a un’opera totale.
È uno spettacolo completamente nuovo quello portato in scena in questa versione, che si arricchisce dell’esperienza maturata dagli artisti, del mutato punto di vista, delle nuove possibilità tecnologiche e non ultimo di un senso critico verso i linguaggi e verso il sistema delle arti. In questo allestimento gli artisti entrano direttamente nella scena per farsi carico di tutta l’energia creativa ed espressiva che dall’opera virgiliana discende di nuovo sui suoi cantori contemporanei.
Quel che fu un racconto in musica, basato sull’azzerarsi della parola poetica, viene oggi interpretato come testimonianza viva, dove i quattro artisti recuperano il testo virgiliano e gli conferiscono una nuova vibrazione, dai suoni più maturi e dirompenti.
Tornare all’Eneide di Krypton è come riavvolgere il nastro di un lungo tratto del mio percorso, è come riesumare le tracce della mia esperienza per comprenderne il senso, per rilevarne gli sguardi incontrati, per mettere meglio a fuoco i risultati raggiunti e, insieme, quelli falliti che, in linea con il pensiero beckettiano, dell’arte sono la migliore essenza. Mi ritrovo adesso nella scena, nel tentativo di rivivere il viaggio di una mia opera senza i corpi giovani e prestanti che la abitavano, fieri dentro le loro corazze di plastica e di plexiglass, ma sostenuto dai musicisti, anch’essi decisi a entrare nella scena e a farsi attori della loro opera, così restituendo la forza originaria di una grande intuizione giovanile. (…) I quadri scenici che scaturiscono dall’esercizio di sottrazione, dalla ardua sintesi di un’opera gigantesca, ora accolgono la parola attraverso un testo che ho ricomposto per frammenti, come una canzone scritta per ciascun quadro. Virgilio, Enea, Didone, Turno e infine Lavinia che nel poema è un personaggio significativamente silenzioso e che qui, invece, prende corpo attraverso la bellissima voce di Ginevra Di Marco. Inutile sottolineare in che misura l’approdo di Enea sulle coste libiche evochi gli sbarchi che segnano tragicamente il tempo presente. Così come la sacralità dell’accoglienza riservata agli stranieri fuggiaschi da Troia distrutta, espressa nelle parole di Didone, faccia inevitabilmente riflettere sull’emergenza dei nostri giorni. E come amore e morte, così legati simbolicamente, e le battaglie di conquista ancora oggi narrino parte dell’esistenza umana, in un’epoca in cui in Europa si sente parlare di una terza guerra mondiale. Giancarlo Cauteruccio

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