Spettacoli

IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI

teatrOltre

09 Febbraio 2017

Teatro Sperimentale

- Posto unico €10 Ridotto €8

di Roberto Castello in collaborazione con la compagnia
interpreti Alice Giuliani, Mariano Nieddu, Giselda Ranieri, Stefano Questorio
assistente Alessandra Moretti
luci, musica, costumi Roberto Castello
costumi realizzati da Sartoria Fiorentina, Csilla Evinger
produzione Aldes
con il sostegno di MiBACT / Direzione Generale Spettacolo dal vivo
Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo

Una scabro bianco e nero e una musica ipnotica sono l’ambiente nel quale si inanellano le micro narrazioni di questo peripatetico spettacolo notturno a cavallo fra cinema, danza e teatro. Illuminato dalla fredda luce di un video proiettore che scandisce spazi, tempi e geometrie, il nero profondo dei costumi rende diafani i personaggi e li proietta in un passato senza tempo abitato da un’umanità allo sbando che avanza e si dibatte con una gestualità brusca, emotiva e scomposta, oltre lo sfinimento; mentre il ritmo martellante trasporta poco a poco in una dimensione ipnotica e ad un’empatia quasi fisica con la fatica degli interpreti. ”In girum imus nocte et consumimur igni” , “Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco”, enigmatico palindromo latino dalle origini incerte che già fu scelto come titolo da Guy Debord per un famoso film del 1978, va così oltre la sua possibile interpretazione di metafora del vivere come infinito consumarsi nei desideri, per diventare un’esperienza catartica della sua, anche comica, grottesca fatica.

Un capolavoro della danza che studia con dinamiche toccanti il corpo umano […] questa geniale macchina di Roberto Castello che colleziona posture di quattro performer continuamente sorpresi in gimnopedie, pose, e figure al limite, sempre in spazi di luce variabili.
Rodolfo Di Giammarco, “la Repubblica”

Lavoro avvincente […] L’affascinante e misterioso palindromo latino è lo spunto per un affresco umano degno di Bosch o di Bruegel, puro medioevo contemporaneo […] cinque formidabili interpreti nerovestiti […] è la condizione umana, quella che racconta Castello non senza ironia: ed è la realtà di una lotta quotidiana, semplicemente per arrivare ultimi. L’incipit insistito dello spettacolo è folgorante: quella postura dei corpi, quel camminare a vuoto, quegli sguardi appesantiti sono l’emblema tragico dell’eterno ritorno del presente.
Andrea Porcheddu, “Gli Stati Generali”

Questa totentanz con lugubri accenti da carnevale nordico, eleganti abiti neri e corpi stilizzati, è nondimeno uno straordinario meccanismo alienante, una sapiente macchina della legge (cioè della tortura) tardomoderna, con l’unica differenza, derisoria, che a farla funzionare non è la legge, bensì il desiderio. […] È l’irresoluzione di un mondo totalmente realizzato (che tanto disperava Jean Baudrillard nei suoi ultimi anni di vita) che Roberto Castello vuole smascherare con uno sguardo alla Matrix […] Non si può non essere presi dalla tetanica ronde di In girum imus nocte…, non si può non seguirla, se non battendo e fuggendo (cercando di fuggire) allo stesso passo delle infaticabili (e ammirevoli) anime perse che animano la sua trance […] Un applauso saluta la loro salvezza prima ancora della loro bravura. (Anche Nijinski, frastornato, applaude).
Attilio Scarpellini, “Doppiozero”