Per il suo decennale Zeroconfini Onlus ha scelto di promuovere la Cultura di Pace e ha deciso di farlo anche attraverso la produzione di un film documentario: Il futuro in una poesia
Ringraziamo Antonica SRL, il nostro sponsor, i poeti Maria Grazia Calandrone, Antonetta Carrabs, Anna Maria Farabbi, Gianpaolo G. Mastropasqua, Luciano Monti, Massimo Morasso, Giancarlo Pontiggia, la regista Donatella Baglivo e la casa di produzione CIAK2000, il direttore della fotografia Elio Bisignani, il presidente della Fondazione Caetani Pier Giacomo Sottoriva per la gentile concessione dell’immagine dei Giardini di Ninfa, Giuliana e Cristina Pavarotti per l’ospitalità a Villa Giulia Pavarotti, Chiara Gelmetti e l’associazione Il Boncio per l’organizzazione.
Il film sarà presentato in molte regioni italiane; i poeti saranno chiamati a confrontarsi e discutere sul valore della poesia, ma soprattutto sulla necessità di contribuire a combattere le tensioni culturali, la xenofobia, il terrorismo e la violenza soprattutto sulle donne che sta aumentando a ritmo vertiginoso nelle nostre comunità. I Poeti per la Cultura di Pace saranno ambasciatori di Pace nel mondo.
Sinossi film documentario Il futuro in una poesia.
Cos’è la poesia e chi sono i poeti? I poeti esistono dalla notte dei tempi e sempre esisteranno fino a quando l’uomo continuerà a sognare, fino a quando continuerà a guardare il mondo con gli occhi di un bambino e ad attraversarlo col cuore temprato dal dolore dei millenni, nella compassione tra le creature e nel rispetto della natura. È possibile nel nome della Poesia promuovere una Cultura di Pace? È ancora possibile pensare a un percorso umano che abbatta le barriere politiche, culturali e religiose tra i popoli innalzate sulle differenze e sul disprezzo, anziché sulle analogie collettive come radici del dialogo? Ne Il futuro in una poesia 7 poeti, 7 anime libere, si incontrano a Pesaro, in un luogo sacro, nella Villa Giulia Pavarotti, per confrontarsi sulla profonda autenticità del loro vivere. Un film appassionato, ribelle, commovente. In questo nostro tempo dominato dal rumore assordante del vuoto dell’apparenza, il futuro è nel presente di chi ha ancora occhi per guardare, orecchie per ascoltare, labbra potenti per parlare in risonanza con l’altro da sé. Scrive P. B. Shelley: “I poeti sono specchi delle gigantesche ombre che l’avvenire getta sul presente. Forza che non è mai mossa ma che muove. I poeti sono i non riconosciuti legislatori del mondo”.