Spettacoli

MOTUS – CHROMA KEYS

tornAteatro

sabato 20 giugno 2020
21:00

domenica 21 giugno 2020
21:00

Teatro Sperimentale

- Posto unico €5

di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò e Silvia Calderoni
con Silvia Calderoni
video design Paride Donatelli e Simona Gallo
direzione tecnica Simona Gallo
produzione Elisa Bartolucci
logistica Shaila Chenet
comunicazione Marta Lovato e Mariagloria Posani
ufficio stampa comunicattive.it
produzione Motus
in collaborazione con Santarcangelo Festival
residenza creativa L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
si ringrazia Matteo Marelli per la collaborazione
con il sostegno di MiBACT, Regione Emilia Romagna

Motus nasce a Rimini nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Da allora opera con spettacoli di grande impatto, riuscendo a prevedere e a raccontare le più aspre contraddizioni del presente. Affianca teatro, performance e installazioni con un’intensa attività di seminari, incontri, dibattiti, e partecipando a festival nazionali e internazionali.
Chroma Keys è una incursione dentro al cinema, nella meraviglia della finzione e dei suoi vecchi “trucchi” stereoscopici. Già da tempo la compagnia si è interessata alla possibilità della comparsa e sparizione repentina di un corpo “alieno” nella scena di un film – alla base degli artifici di tanto cinema delle origini – ma con Chroma Keys si arriva a un sabotaggio sfrontato del frame. In Chroma viene utilizzato il Green Screen, il semplice fondale fotografico verde/infinito, per accelerare il potere liberatorio e visionario che questa antica tecnica cinematografica presuppone, svelando il meccanismo in maniera performantica e ironica. Silvia Calderoni precipita in un viaggio-trip allucinato dal clima apocalittico, immerso in quella luce da disastro imminente che tanto ricorre nella filmografia di Bela Tarr… Un movimento/immobile che potrebbe continuare all’infinito, attraversando “citazioni” di film che in qualche modo rimandano/trattano/riflettono la sparizione, il senso dell’andare o dell’andarsene, dell’abbandono, ma anche della scoperta. L’atmosfera futuristica e distopica resta ambigua e sospesa: si presuppone un “mondo a venire” o piuttosto, “un mondo a venire senza mondo”, con il profilarsi di un evento che “la fa finita con tutti gli eventi” come in Melancholia di Lars Von Trier? Sta al pubblico completare la sceneggiatura.