Spettacoli

ICX – YO CANTO EL TANGO

I Concerti di Xanitalia

23 Luglio 2018

Rocca Costanza

- Posto unico €15 Ridotto €12, Ridotto per under 29 e over 65

Si chiude il 23 luglio con Yo canto el Tango l’edizione 2018 de I Concerti Xanitalia, una serata a
cavallo fra musica e danza che infuocherà la notte pesarese. Sarà Giacomo Medici, cantante di
estrazione lirica, conosciuto anche in Argentina, come “L’italiano che canta il tango”, a dare
voce alla passione argentina affiancato alla conduzione da Alice Mazzanti. Alla performance
prenderà parte uno dei bandoneonisti più noti a livello internazionale, Gianni Iorio, già
collaboratore del premio Oscar Luis Bacalov, al quale in tale occasione verrà dedicato un
omaggio. Tra gli ospiti anche i ballerini e maestri di tango Pablo Moyano e Roberta Beccarini,
secondo gli esperti una delle coppie più rappresentative del panorama tanguero mondiale. Il
cast artistico è completato dalla Rossini con la sua spalla Henry Domenico Durante in qualità
di violino concertante e Mauro Gubbiotti al pianoforte.
Verrà proposto un un percorso musicale e tematico che partirà dal tango del secolo scorso per
toccare, successivamente, quei compositori che hanno segnato la storia di questo genere.
Particolare attenzione verrà dedicata ai cantanti divenuti emblema della musica rioplatense, a
cominciare da Carlos Gardel, la cui voce nel 2003 è stata dichiarata “Patrimonio
dell’umanità” dall’Unesco. Grazie alla presenza dell’Orchestra G. Rossini, i brani assumeranno
un carattere particolarmente evocativo, cosi da accompagnare il pubblico nel seduttivo
mondo del tango. Oltre al già citato Gardel non potrà mancare un omaggio a Piazzolla,
straordinario musicista e compositore. In particolare, merita una particolare citazione,
Libertango, che segna la svolta “elettrica e rivoluzionaria” nella discografia del musicista. Il
titolo, costituito dall’unione di Libertad (libertà in lingua spagnola) e Tango, simboleggia il
passaggio di Piazzolla dal tango tradizionale al Tango nuevo. È il brano di punta dell’omonimo
album ed è considerato come la lettera di presentazione del compositore davanti al pubblico
europeo, per poi affermarsi a livello mondiale. La registrazione del brano venne fatta a Milano
nel 1974 e pubblicata nello stesso anno. L’orchestra, formata per la quasi totalità da eccellenti
musicisti italiani, vide la presenza di due fra i più talentuosi e richiesti giovani musicisti del
periodo, Pino Presti al basso elettrico e Tullio De Piscopo alla batteria, determinanti per la
svolta stilistica del compositore argentino con il loro contributo.
In programma anche un omaggio a quegli artisti italiani, noti in Argentina, che nella loro
carriera hanno abbracciato le tematiche del tango. In realtà una piccola anticipazione gli spettatori del precedente appuntamento con I concerti Xanitalia l’hanno già avuta con Malafemmena di Totò e nel prossimo avranno il piacere di ascoltare altri 2 mostri sacri della musica italiana, Domenico Modugno e Lucio Dalla. Di Modugno verrà proposto “Vecchio frack”. Un brano molto intenso, suonato originariamente da Modugno con un accompagnamento di chitarra che funge anche da parte ritmica (battendo la mano sulle corde). È la storia, narrata anche attraverso metafore, di un elegante uomo in frac che a mezzanotte passeggia per le vie deserte di una città e all’alba si è evidentemente suicidato, e chi canta la canzone ignora di quest’uomo chi sia e da dove venga. Come lo stesso Modugno ha raccontato più volte, questa canzone è ispirata alla vicenda del principe Raimondo Lanza di Trabia (marito dell’attrice Olga Valli) che, all’età di 39 anni, nel novembre del 1954, si era suicidato gettandosi da una finestra del secondo piano dell’Hotel Eden a Roma. Per questo brano il cantautore ebbe problemi con la censura, con il verso finale «Ad un attimo d’amore che mai più ritornerà», che gli fu fatto trasformare in «Ad un abito da sposa primo ed ultimo suo amor», poiché la commissione di censura sosteneva che parole che alludessero a contatti fisici erano da considerarsi immorali. Possiamo immaginare cosa penserebbero dell’utilizzazione poi di questo brano per un tango. “Caruso” sarà invece l’omaggio a Dalla. Il ritornello deve molto a Dicitencello vuje, composta nel 1930, sia per il testo che ha chiare citazioni alla canzone napoletana sia per la musica. In un’intervista, Dalla ha rivelato la genesi e il significato del testo della canzone. In seguito a un guasto alla propria imbarcazione, il cantautore si trovò costretto a soggiornare in un albergo a Sorrento, proprio nella stanza che anni prima aveva ospitato il tenore Enrico Caruso, poco prima della morte. Qui i proprietari dell’albergo gli raccontarono degli ultimi giorni della vita del tenore e della sua passione per una giovane a cui dava lezioni di canto. Da quei racconti Dalla trasse ispirazione per scrivere il
brano. La fonte diretta fu Angelo, barista di Sorrento, la cui zia era stata proprio la cameriera di Caruso.

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